Si chiude il primo tempo delle elezioni amministrative. Dopo le politiche del 4 marzo, abbiamo come Popolo della Famiglia partecipato alle regionali del Molise e a quelle del Friuli ed eravamo presenti con il simbolo anche alle elezioni comunali a Brugnera e Sacile, in provincia di Pordenone. I militanti territoriali del PdF hanno scelto prevalentemente lo schieramento con la coalizione del centrodestra, in varie forme: con il simbolo autonomo in Molise, con le candidature in Friuli, con il simbolo in bicicletta con la Lega a Brugnera, con il simbolo autonomo sostenendo una parte del centrodestra a Sacile. Potremmo semplicemente dire: abbiamo vinto. In effetti abbiamo contribuito a tre vittorie secche e a portare il nostro candidato al ballottaggio a Sacile, dove si voterà il 13 maggio.
Ci caviamo anche la soddisfazione di confermare Lanfranco Lincetto come candidato più votato a Cordenons nella lista di Fratelli d’Italia che da indipendenti abbiamo sostenuto con le nostre candidature. Complessivamente però va detto che il nostro contributo alla coalizione di centrodestra è aggiuntivo e non determinante. In questo senso pesa poco, attorno al mezzo punto percentuale. In politica salire sul carro dei vincitori è sport diffuso, per il Popolo della Famiglia può essere letale. Noi dobbiamo salvaguardare l’autonomia del Popolo della Famiglia, perché c’è un’area di elettorato che non vuole intrupparsi nei carrozzoni eterogenei. Il centrodestra, per i risultati elettorali che consegue, dovrebbe essere immediatamente messo dal Quirinale alla prova del governo.
Chi nel PdF è tentato dall’alleanza organica con il centrodestra, può direttamente iscriversi a una delle formazioni delle coalizione. Il PdF non può avere un ruolo aggiuntivo a una coalizione vincente, perché sarebbe irrilevante. Noi dobbiamo condizionare il centrodestra, facendo pesare una organizzazione che deve generare crescita di consenso nell’area deserta fuori dalle coalizioni. Episodicamente possiamo continuare a perseguire intese locali anche con il centrodestra, ma la traversata del deserto deve procedere con un adeguato spirito di autonomia, chi ci trova appiattiti sic et simpliciter nel centrodestra finisce per votare direttamente una delle forze più rilevanti della coalizione e non il Pdf. Anche per questo a Roma nei municipi che vanno a votare, a Imola, a Sarsina, a Monopoli, a Treviso, a Orbassano, a Teramo, a Giulianova stiamo per depositare le liste per le amministrative del 10 giugno e ci presenteremo in posizione alternativa a tutte le coalizioni, per far pesare i consensi al ballottaggio del 24 giugno.
Dobbiamo rafforzare il piano della nostra organizzazione, ampliare la nostra capacità di radicamento sul territorio, presidiare uno spazio politico come forza valorialmente definita in un tempo di tristi e pericolose ambiguità coltivate dalle coalizioni prevalenti, pronti a raccogliere i consensi dei delusi che presto saranno molti. Serve pazienza, un passo alla volta, per rafforzare una casa e una identità. Tutti coloro che sono interessati a questo faticoso percorso e non subiscono la tentazione del salto immediato sul carro degli evidenti vincitori che meritano di governare (e di veder spazzato via l’ignobile imbroglio della coalizione di palazzo M5S-Pd), possono e credo debbano iscriversi al Popolo della Famiglia per rafforzare una prospettiva valoriale e alternativa che necessita intelligenze e braccia.