Vi ricordate le liti furibonde tra il vicepremier Di Maio e il ministro Fontana su chi faceva prima gli interventi pro family? Vi ricordate il tavolo del Forum con De Palo abbracciato a Di Maio e a tutti i partiti? Vi ricordate il miliardo di euro sul decreto famiglia da varare tre giorni prima delle elezioni? Vi meravigliate che sia sparito tutto dopo le elezioni? Avete votato per uno dei partiti abbracciati a De Palo vero (M5S, Pd, Lega, FI, Fdi)? Lo avete fatto dicendo che se vuoi fare qualcosa per la vita e per la famiglia bisogna dare un voto utile vero? Anche alle politiche del 2018 vero? Ecco, al prossimo che si lamenta per le mancate politiche prolife e profamily del governo sapete cosa rispondere. Che in realtà è tutta colpa di un mondo cattolico fatto un po’ da fessacchiotti e un po’ da piccoli cabotatori.
Non è colpa dei politici, quelli recitano il loro copione: promettono in campagna elettorale e se ne fottono dopo. La colpa è di chi ci crede e di chi li vota. Il Popolo della Famiglia senza un parlamentare, senza copertura mediatica, senza il sostegno anzi con l’aperta ostilità del Forum di De Palo, di Avvenire, di tutto il mondo cattolico e associazionistico organizzato, senza finanziatori di nessun genere ha ideato, scritto, depositato in Cassazione, pubblicato in Gazzetta ufficiale, raccolto le firme e ora consegnato al Parlamento l’unico disegno di legge di questa legislatura che davvero si occupa di famiglia e natalità: sì, è il reddito di maternità. Ce lo hanno scopiazzato tutti, malamente, da De Palo con il suo “assegnoxfiglio” a Berlusconi con “assegno per le mamme” alla Meloni che senza troppa fantasia ha fatto taglia e incolla pure del nome. Ce lo copiano tutti, hanno centinaia di parlamentari a loro disposizione, non uno che abbia presentato una proposta di legge conseguente alle chiacchiere.
Eppure per loro sarebbe facilissimo, vero Giorgia Meloni, vero Silvio Berlusconi, vero abbracciatori di De Palo di diversi colori e in diverse elezioni? Dopo tante chiacchiere, almeno proforma, che ci vuole a scrivere uno straccio di disegno di legge e mandare poi un deputato o un senatore a depositarlo tra quelli che poi finiranno nel dimenticatoio? Così, almeno per far scena. No, questi la parte la recitano alla grande, con Avvenire che regala loro aperture di credito e aperture di prima pagina sotto elezioni, strombazza il “tavolo per la famiglia”, annuncia il “decreto famiglia” e tutti lì creduloni a aspettare la manna dal cielo. Che poi sono sempre pannicelli caldi rispetto alla rivoluzione rappresentata dal reddito di maternità, ma niente, manco quelli. La presa per i fondelli è sempre integrale e completa. Ma milioni di voti vanno ai perculatori, per il Popolo della Famiglia zero attenzione, zero valorizzazione delle proposte, inevitabilmente in termini di consenso solo briciole.
Suggerimento per i reggitori di fili dei vari burattini a libro paga del mondo cattolico: la prossima volta al “tavolo sulla famiglia” convocato prima delle prossime elezioni (tanto sappiamo che il teatrino verrà ripetuto, pari pari) invitate pure il Popolo della Famiglia e almeno usatelo per giocare di sponda. Fate temere a costoro che orienterete tutti i voti verso il PdF, se i decreti annunciati non saranno approvati prima delle elezioni, le promesse trasformate in fatti prima che le urne si aprano, non dopo. Ma devo proprio insegnarvi tutto? Se veramente avete a cuore il raggiungimento di un qualche obiettivo e non state solo recitando una parte per sfangare lo stipendio a fine mese garantito dalla Cei, imparate che in politica i risultati si ottengono se i politici temono di perdere qualcosa nel caso gli impegni non vengano ottemperati. Se i cattolici profamily se li comprano sempre gratis, con una pacca sulla spalle e due foto abbracciati prima delle elezioni, ovvio che non si sforzeranno mai di mettere un euro sopra promesse che è superfluo mantenere.
Siamo fuori dalla stagione elettorale, dunque questo articolo serve solo a suggerire finalmente un metodo di lavoro nel rapporto con i partiti maggiori, quelli che voi cattolici votate perché se dato a loro il voto è “utile”. “Utile a chi?”, verrebbe da chiedersi. E il metodo sarà bene cominciare ad applicarlo anche su aiuto al suicidio, eutanasia, revisione dell’articolo 580 del codice penale: o i cattolici si uniscono “contro” i soliti partiti per cui votano, che non muoveranno un muscolo in Parlamento per salvare il principio della indisponibilità della vita umana contro ogni falso mito di progresso tipo il diritto all’autodeterminazione che comprende anche il diritto alla morte, oppure in autunno andremo incontro ad una nuova devastante sconfitta. Epocale, ancora più grave delle tante subite fino a oggi. Occorre recuperare unità, dicendoci chiaro in faccia ciò che non va, così i malumori si spurgano una volta e per tutte, le questioni personali anche, ci si fa la litigata che tanto occorre farsi, poi una volta sfogato tutto si procede compatti verso l’obiettivo politico comune. Magari con cristiana e fraterna letizia.
Altrimenti avete capito come funziona. Fino a tre giorni prima delle elezioni il decreto famiglia sembra l’atto più urgente e importante del mondo. Tre giorni dopo le elezioni se dici loro “famiglia” fischiettano guardando per aria con le mani in tasca. Ma davvero non vi siete stancati di farvi prendere dagli stessi sempre e incessantemente per il culo?