Ho sempre paura dei tic giornalistici: quello di moda in questa estate è rinchiuso nello slogan “parlateci di Bibbiano”. In sostanza due tifoserie si sono già ideologicamente formate consegnando alle destre la difesa dell’inchiesta di Bibbiano, mentre a sinistra da Repubblica a Mentana si cerca di minimizzare se non di smontare le accuse contro Claudio Foti, provando a dire che in realtà il sistema Hansel e Gretel da lui messo in piedi ha salvato molti bambini da abusi reali. In mezzo ci sono i come sempre comici pentastellati che con Di Maio stanno provando a cavalcare il caso Bibbiano ma in realtà risultano tra i finanziatori di Hansel e Gretel.
Vi prego, non schiacciatevi nel ruolo di tifoserie, perché questa storia non si può buttare nella solita caciara politica. Lo dico chiaro e tondo: il problema non è che il Pd non ci fa parlare di Bibbiano. Il problema è che non dobbiamo focalizzarci solo su Bibbiano ma dobbiamo porre la questione fondamentale: come è possibile che dietro le più tragiche storie riguardanti falsi abusi su minori c’è sempre dietro da decenni Claudio Foti, le sue due mogli, il sistema Hansel e Gretel e questi per quarant’anni siano stati lasciati liberi di operare nonostante i clamorosi errori compiuti? Perché non hanno pagato mai? Perché ancora operavano a Bibbiano? Quale rete di connivenze ha permesso a Foti, alle sue mogli, a Hansel e Gretel di essere sempre coinvolti nelle storie più tragiche, sempre nello stesso ruolo, producendo sempre gli stessi terribili esiti a danno dei bambini?
Io sono interessato ora a individuare queste connivenze, far sì che siano smantellate nel loro reticolato diffuso, ottenere che Claudio Foti e la sua banda non operino mai più. Questo obiettivo non è né di destra né di sinistra, è di buon senso. Queste storie non devono essere rinchiuse in una definizione geografica, Bibbiano appunto, ma in un nome e cognome: Claudio Foti capo della banda denominata Hansel e Gretel. Non facciamo, vi prego, l’errore di trasformare questa vicenda in uno scontro tra altre bande ideologicamente armate con i soliti argomenti da polemica via social. Qui bisogna veramente smantellare una organizzazione criminale vasta e diffusissima, che aveva come obiettivo quello di minare la famiglia naturale e determinare il principio che i bambini appartengono allo Stato, non ai loro genitori. Lo Stato può determinarne l’allontanamento dalle famiglie inventando pretesti e ovviamente creando attorno a questo sistema un business fiorente in cui magistrati minorili, cooperative, associazioni, psicologi e realtà proprio come Hansel e Gretel sguazzavano producendo dolore in cambio di soldi.
Claudio Foti, la moglie Cristina Roccia, il centro Hansel e Gretel sono i periti che avallano l’accusa di abuso sessuale subito da due cuginetti di Sagliano Micca, in provincia di Biella. Si suicidano in quattro per protestare la loro innocenza. Claudio Foti fa il consulente della procura anche nel caso di Rignano Flaminio e il 17 luglio 2007 scrive: “Siamo giunti alla conclusione che le famiglie e i bambini non manifestano un disagio dovuto a fantasticherie o a costruzioni immaginarie, frutto di suggestioni o psicosi collettive. La loro sofferenza, estesa e profonda, è del tutto compatibile con l’ipotesi che abbiano impattato con una vicenda traumatica gravissima: abusi sessuali di gruppo in ambito scolastico”. Invece erano proprio fantasticherie, tutti gli accusati degli abusi sessuali di Rignano sono stati assolti. Dei ventuno bambini di Veleno, clamorosa inchiesta di Repubblica firmata da Pablo Trincia, si conosce il ruolo di Hansel e Gretel nell’allontanarli dalle famiglie. E riecco gli stessi a Bibbiano.
Ma le storie sono infinite. Un bidello nell’aretino viene accusato di aver molestato dodici bambini. Foti fa il consulente della pubblica accusa e il 14 aprile 2016 scrive: “Altissima compatibilità con l’ipotesi di un evento traumatico di natura sessuale, avvenuto in un certo contesto temporale e associata a una certa figura”. Il 30 novembre successivo la “certa figura”, cioè il bidello, viene assolto perché il fatto non sussiste. Un fotografo milanese viene accusato di aver abusato sessualmente di un amico del figlio, c’è la solita perizia colpevolizzante di Foti, la solita sentenza di assoluzione in tutti i gradi di giudizio. A Pisa invece nel 2006 Foti è consulente del gip mentre la seconda moglie Nadia Bolognini segue una minore “abusata” dal padre. Entrambi producono materiali che accertano gli abusi. L’uomo viene assolto per non aver commesso il fatto e la procura di Pisa si vergogna al punto da non opporre neanche il ricorso in appello. Stesso schema a Cagliari nel 2015 dove un uomo è accusato di aver abusato delle due figlie, allontanato dal rapporto con loro, sempre grazie alle consulenze di Claudio Foti. Il processo accerta che sono accuse inventate e assolve il papà dopo nove anni, intanto le figlie indotte a “ricordare” abusi inesistenti non vogliono avere alcun contatto con il padre, che è affranto.
Claudio Foti, Nadia Bolognini, il sistema Hansel e Gretel hanno creato una infinita scia di dolore inducendo ricordi falsi di abusi mai subiti dai bambini. Ora dopo decenni di protezione devono essere messi in condizione finalmente di non nuocere più, la loro rete di connivenze deve essere individuata e smantellata. Questa è la vera posta in gioco, non “parlateci di Bibbiano”, non il Pd, non Repubblica (pessima quando tenta la difesa di Foti, eccellente quando ripubblica il podcast di Veleno). Ora noi dobbiamo far sì che nessuno faccia più lavorare in tribunale Claudio Foti, sua moglie, la Hansel e Gretel.
Credo che su questo punto potremmo essere tutti d’accordo e agire unitariamente.