Nella bozza della manovra economica si leggono stanziamenti insufficienti per la realizzazione del cosiddetto “assegno unico per il figlio”. Se si parte da 3 miliardi di euro nel 2021 per arrivare a regime a 5,5 miliardi di euro, già sappiamo che molte famiglie rischieranno di prendere meno di quello che ricevono attualmente, e ci riferiamo in particolare alle famiglie numerose. Inoltre l’esperienza ci dice che quanto viene stanziato in bozza non è mai quello che arriva veramente quando si vota la stesura finale del bilancio in Parlamento. Si tratta di una maxi-manovra da quasi 40 miliardi di euro tutti in deficit e dovevano prevedere un impiego massiccio sulle giovani famiglie e contro la denatalità. Così invece semplicemente si rimodulano i vecchi bonus e assegni famigliari dando qualche euro in più al mese a un significativo numero di famiglie senza però incidere in alcun modo né sulla loro reale qualità della vita né sulla tragica piaga della denatalità. È davvero un peccato perché con questo tipo di stanziamento si poteva tranquillamente implementare il Reddito di Maternità proposto dal Popolo della Famiglia che avrebbe immediatamente dato uno scossone al tasso di natalità delle donne italiane, costituendo dunque un intervento non assistenziale ma di investimento sul futuro del Paese. Analogamente, i quattro miliardi stanziati per la riforma fiscale sono pochi per realizzare l’unica riforma necessaria che è quella del quoziente famigliare. Siamo ai soliti soldi a pioggia che non cambiano il Paese.