La commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento europeo per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. Nello stesso giorno il prefetto di Milano ha imposto al sindaco Giuseppe Sala lo stop alle registrazioni delle adozioni da parte delle coppie omogenitoriali perché in contrasto con le leggi nazionali e con una sentenza della Corte di Cassazione. Abbiamo intervistato Mario Adinolfi leader del Popolo della Famiglia.
Come giudica l’intervento del prefetto di Milano e lo stop alle trascrizioni dei figli di coppie gay da parte del Comune?
“Era ora, visto che si trattava di un atto meramente politico senza alcun fondamento giuridico. Le lobby di questo Paese, in particolare la prepotente lobby Lgbt, devono abituarsi al fatto che non possono fare il bello e il cattivo tempo sfruttando unicamente il vento in poppa. Se vogliono cambiare le norme in questo Paese devono passare dalla legittimazione democratica e dalle aule parlamentari. Poiché in Italia la stragrande maggioranza dei cittadini non vuole che i bambini diventino oggetto di compravendita per soddisfare i bisogni delle cosiddette coppie omogenitoriali, è forse il caso che si rassegnino una volta per tutte. Perché, lo ripeto per l’ennesima volta, due uomini non hanno l’utero e per avere un figlio devono necessariamente affittarne uno, mentre le donne non avendo spermatozoi devono ricorrere a meccanismi di fecondazione assistita ed eterologa. Entrambi le pratiche sono illegali in Italia. Quindi all’origine delle trascrizioni che Sala autorizzava, c’era un atto che l’Italia riconosce come illegale e da sanzionare penalmente. Il prefetto di Milano ha adottato un comportanto coerente con le leggi italiane, anche se tardivo”.
Per quanto riguarda invece il voto di ieri in Senato?
“Nella mia carriera parlamentare ho fatto parte della Commissione Politiche europee che sostanzialmente ratifica qualsiasi cosa arrivi dall’Europa. Quando si prende una decisione del genere vuol dire che l’Europa l’ha fatta proprio fuori dal vaso. Esiste infatti un principio ben saldo, secondo cui le politiche della famiglia sono ambito di diritto nazionale. Quindi non possono esserci diktat o ingerenze da parte dell’Europa nel diritto di famiglia”.
Dall’opposizione fanno però notare che l’Italia così si allinea all’Ungheria di Orban. Come risponde?
“Vorrei informare la neo segretaria del Pd Elly Schlein che se punterà su questi argomenti per riscuotere il consenso della maggioranza del Paese, sarà destinata ad essere eternamente minoranza. In secondo luogo dimentica che in Europa fra i ventisette Stati membri, ben quattordici non riconoscono il matrimonio omosessuale. Stiamo parlando della maggioranza degli Stati europei. Semmai l’Italia è capofila di una resistenza a diktat innaturali ed illogici imposti da Bruxelles”.
Quindi sul tema della difesa della famiglia il governo e la maggioranza di centrodestra stanno andando nella giusta direzione?
“La maggioranza finalmente ha battuto un colpo visto che era sembrata culturalmente subalterna, sia sul tema dell’aborto che delle unioni civili alla sinistra, come fosse terrorizzata dall’idea di prendere posizioni contrarie. Ora finalmente il centrodestra sembra aver impostato una logica, in base alla quale il diritto nazionale e la nostra tradizione giuridica, possono e devono essere opposte alle illogicità giuridiche dell’Europa”.
Come Popolo della Famiglia vi ritenete quindi soddisfatti?
“Siamo molto soddisfatti del voto in Senato e dell’atto adottato dal prefetto di Milano, anche se ci auguriamo maggiore coraggio per ristabilire la verità su altri fronti. In una stagione di pesantissima denatalità, che noi consideriamo il principale cancro del Paese destinato ad erodere le colonne portanti del nostro welfare, ci auguriamo di veder limitata al massimo la capacità di accesso alla soppressione di vite umane tramite l’interruzione volontaria di gravidanza. Noi riteniamo che i bambini debbano nascere, e secondo natura. Due sono i principi da tenere bene a mente: i bambini nascono da un uomo e una donna e una madre non uccide il proprio figlio. Principi che ci piacerebbe veder ribadire da una presidente del Consiglio che si proclama donna, madre e cristiana”.
di Americo Mascarucci