STIAMO VINCENDO NOI

24 Ottobre 2023 Mario Adinolfi
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, Il Popolo della Famiglia
Tra i commenti alla mia analisi sulla sconfitta di Marco Cappato alle suppletive ne è comparso uno che ha attirato la mia attenzione e non per la (abituale) forma di insulto. Scriveva costui: “Mario Adinolfi scusa, ma Cappato qualche battaglia la fa anche e la vince, tipo sul testamento biologico, tu non riusciresti nemmeno a vincere una gara di mangiata (non sto facendo body shaming conta lo stomaco, non il peso)”. Firmato, Angelo Base, probabilmente un profilo fake, senza foto.
Gli ho risposto: “Angelo Base ti sbagli e di grosso. Noi proprio nell’anno dell’approvazione del testamento biologico ci siamo battuti affinché l’articolo 5 della legge Cirinnà fosse stralciato e l’utero in affitto restasse reato e così è stato grazie alle mobilitazioni di piazza, anzi oggi è addirittura in agenda il tema del reato universale. Noi ci siamo battuti anche fisicamente sulle scale della Corte di Cassazione spiegando in faccia a Marco Cappato che il suo referendum sulla ‘eutanasia legale’ era un imbroglio giuridicamente inaccettabile e nonostante il presidente della Corte Costituzionale di allora, Giuliano Amato, abbia provato con un’intervista a dare sponda a quell’obbrobrio, furono costretti a rigettarlo proprio perché era un imbroglio, esattamente secondo le motivazioni giuridiche da noi addotte sulle scale della Cassazione. Noi ci siamo battuti contestualmente per spiegare al Paese che il referendum per la ‘legalizzazione della cannabis’ liberalizzava di fatto una vasta gamma di droghe tra cui la droga dello stupro e anche quel referendum fu dichiarato inammissibile. Io personalmente ho passato mesi della mia vita negli studi tv a spiegare, isolatissimo, come il ddl Zan fosse non una legge contro l’omofobia ma una legge liberticida contro la libertà di espressione che puntava a mettere in carcere gli oppositori politici della piattaforma Lgbt. Precedentemente dal palco del Family Day di piazza San Giovanni avevo avvertito dell’analoga finalità nascosta nelle pieghe del ddl Scalfarotto. Né il ddl Zan né il ddl Scalfarotto, pur approvati in un ramo del Parlamento e sostenuti da un’asfissiante campagna mediatica sono diventati legge. E così nonostante la pressione mediatica operata sempre dagli stessi, sono illegali il matrimonio gay e l’eutanasia, lo spaccio di ogni droga e lo sfruttamento della prostituzione, la fecondazione eterologa per single o coppie omosessuali e l’adozione resta giustamente riservata dalla legge a coppie unite in matrimonio. Che in Italia è sempre e solo matrimonio tra uomo e donna, così che la battaglia che conduciamo per la difesa della definizione costituzionale di ‘famiglia’ (società naturale fondata sul matrimonio, articolo 29) resta una battaglia vincente e la stessa legge Cirinnà deve definire le unioni gay facendo riferimento all’articolo 2 della Costituzione, quello delle ‘formazioni sociali particolari’. Ci battiamo per il mantenimento dell’articolo 9 della legge 194 e così otto medici su dieci possono essere obiettori di coscienza sull’aborto, così come ci siamo battuti contro il testamento biologico anticamera della mattanza dei ricoverati e ad oggi novantanove italiani su cento non lo hanno redatto, nonostante la sciocca legge approvata che tu consideri una vittoria e invece è lettera morta. Come vedi, Cappato vincerà pure qualche rarissima battaglia, mai democraticamente, sempre appoggiandosi a un sistema giudiziario che subisce la forte pressione mediatica e di interessi oscuri. Quando si misura con la democrazia oscilla tra il non riuscire a raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni e danneggiare le forze che capeggiate da inette come la Schlein si fanno irretire e lo appoggiano. Ma noi che da anni resistiamo, insultati e negletti, mediaticamente oscillanti tra il silenziamento e il massacro, stiamo vincendo la guerra. Ed è bello notare che non lo avete neanche capito”.
Serve scrivere altro per capire che non dobbiamo mai mollare, continuare a batterci, non rinunciare a resistere? Prossimo obiettivo: vincere sull’aborto, come negli Stati Uniti. L’ho spiegato nelle due presentazioni che ho appena svolto in Sardegna, a Olbia e Cagliari, con il Popolo della Famiglia sardo che mi è testimone: ho detto e ripetuto che ribalteremo la legge 194. Presenterò il mio libro Contro l’Aborto giovedì in un evento privato in provincia di Arezzo e siamo costretti a lavorare così sempre sotto traccia, per evitare i violenti che altrimenti arrivano con mazze e bastoni ad intimidire le iniziative collegate al mio testo. Vi ricordate i settanta agenti in tenuta antisommossa che dovettero fronteggiare centinaia di liberticidi che diedero l’assalto a Mestre al centro culturale in cui eravamo ospiti? Ecco, la battaglia contro di noi assume anche contorni muscolari, fisici, violenti appunto. A Bologna in primavera fummo costretti a rinunciare alla presentazione del libro, a seguito di una pericolosa presa di posizione del sindaco di Bologna che dava sponda ai facinorosi. Ma sapete perché stiamo vincendo noi e Cappato, come ho appena dimostrato, perde? Perché noi siamo più tenaci di lui, che pure è un tipo tenace, gli va riconosciuto. Vincerà chi non molla.
Ah, il 10 novembre presento Contro l’aborto a Bologna.