“Siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Da quando è nata hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre”. Nelle parole del papà di Indi Gregory c’è tutto. Sono le parole dei genitori di Alfie Evans, di Charlie Gard, ma anche di T.S. ragazza 19enne disabile soppressa per sentenza in un ospedale inglese nonostante lei dicesse chiaramente che voleva vivere e dei tanti uccisi dagli apparati sanitari degli Stati che usano la cultura della morte per tagliare i costi, partendo da quelli della cura degli inguaribili. Non mi attardo sul dato emotivo, oggi tutti hanno chiaro lo strazio di quei genitori e la bellezza eroica della piccola morta stanotte. Vi voglio portare sul dato razionale che questa e tutte le altre vicende spiegano oltre ogni ragionevole dubbio: l’eutanasia è una pratica che nulla ha a che fare con la libertà, ci verrà imposta, viene imposta, è stata imposta a Indi e non è un caso isolato. Se non sei più produttivo, se sei malato e non puoi guarire (sorte che toccherà a quasi tutti noi) la società dei produttivi farà in modo di farti sentire come un peso, fin quando o chiederai tu stesso di essere soppresso o provvederanno loro: “Hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse”. Questa è la verità. Accadrà e talvolta già accade nel silenzio generale. Il Nord Europa, utilitarista e pragmatico, già procede in quella barbara direzione. Ancora una volta spetta all’Italia essere faro del diritto e della civiltà tra le genti. Per questo la battaglia per mantenere l’Italia nel solco della sua splendente tradizione giuridica che vede nella vita un bene indisponibile è la battaglia cruciale da combattere. L’Italia avrebbe accolto Indi perché in Italia non uccidiamo i sofferenti, in Italia curiamo gli inguaribili, in Italia nessun giudice può disporre della vita altrui. Capiamola bene questa lezione, perché i barbari sono anche tra di noi e vorrebbero portare quei boia tra noi. La trincea della resistenza a costoro è la trincea in cui è necessario spendere la propria vita, per Indi e ancor di più per T.S. della cui soppressione si sono talmente vergognati da non dare alcun dettaglio, facendoci capire che è una tra le tante, il Milite Ignoto di questa guerra per la civiltà e il diritto alla vita. Non dimenticatele le parole del papà di Indi: “Hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse”. Prima proveranno a imporre la cultura della morte, magari senza le leggi ma usando i tribunali. Poi tenteranno di renderci assuefatti a suicidi assistiti e uccisione di Stato. I più arditi racconteranno la frottola, efficace mediaticamente fin dal Terzo Reich, che è uno straordinario nuovo diritto che viene concesso al cittadino quello di farsi ammazzare da un medico che ti toglie aria, acqua e cibo, poi se non basta ti inietta il Pentobarbital. Infine ci saremo talmente abituati che ci consegneremo noi stessi, storditi, al carnefice e diranno che lo abbiamo liberamente chiesto. Ricordatevi allora la lezione di Indi: vogliono solo sbarazzarsi dei non produttivi, che sono un costo, senza far rumore. Ma quella bambina è andata via urlando e svegliando il mondo intero. Il “senza che nessuno lo sapesse”, stavolta, è operazione fallita. Ora siate conseguenti a quel che Indi con il suo sacrificio vi ha spiegato.