Votate per mandare al Parlamento europeo donne e uomini che difendano questa straordinaria libertà dell’Italia. In questi dieci anni ho scelto vari strumenti di lotta: ho scritto libri e quotidianamente articoli, organizzato oltre ottocento incontri in ogni regione d’Italia, partecipato a migliaia di ore di trasmissioni televisive o radiofoniche, animato imponenti manifestazioni di piazza, mi sono pure candidato a guidare l’Italia ma hanno scelto altri al posto mio. Stavolta per fronteggiare la pazzia dilagante (perché ammetterete che le puttanate tipo le “parentele postumane” sono pura follia ideologica rabbiosa e distruttiva contro ciò che invece più attentamente dovremmo conservare come radice valoriale fondante di ciascuno di noi) ho come voi solo la matita e la tessera elettorale. Sapete già che voto e invito a votare Libertà perché mi fido degli amici del Popolo della Famiglia che in quella lista sono candidati: se eletti Cristina Zaccanti nel nord-ovest, Mirko De Carli nel nord-est, Maria Verita Boddi al centro, Nicola Di Matteo al sud e Barbara Figus nelle isole certamente difenderanno senza tentennamenti le idee per cui mi sono sempre battuto.
DALL’EUROPA LA FOLLIA DELL’IDEOLOGIA
Ho dedicato gli ultimi dieci anni della mia vita alla difesa quotidiana della famiglia naturale. Uscii dal Parlamento e dal Pd nel 2013 perché la vedevo minacciata. Scrissi Voglio la mamma nel 2014 e fondai il Popolo della Famiglia nel 2016 perché convinto che era sotto attacco l’unico valore davvero profondo per tutti, perché tutti ma proprio tutti siamo figli partoriti da una madre ed è l’unica esperienza che ci accomuna senza eccezione alcuna. Vedevo svilita la splendida definizione di famiglia contenuta nella Costituzione italiana: “Società naturale fondata sul matrimonio”, con il matrimonio che come è noto nell’ordinamento giuridico italiano è solo tra un uomo e una donna.
Ormai è chiaro che l’attacco a questa idea italiana di famiglia, fondante e valoriale tanto che in quello stesso articolo 29 della Costituzione la Repubblica la “riconosce” ammettendone la dimensione naturale e pre-giuridica, arriva da culture europee estranee a noi. I francesi mettono l’aborto in Costituzione, gli spagnoli varano la ley trans per abbattere l’idea stessa che possa esistere un maschile e un femminile, l’Olanda accetta che un bambino possa avere più di due genitori, la presidenza di turno belga dell’Ue ha ottenuto la firma di 18 Paesi che vorrebbero obbligare anche gli altri a riconoscere il “matrimonio” omosessuale e le pratiche come l’utero in affitto che generano le cosiddette ”famiglie arcobaleno” in cui si vuole imporre ai bambini pure l’idea che non abbiano una madre e invece più padri.
La vulgata che ha fatto breccia persino in contesti che si dichiarano cattolici è che “c’è famiglia dove c’è amore” quindi noi siamo retrogradi e bigotti a non accettare le famiglie arcobaleno che ideologicamente cancellano una delle figure naturalmente necessaria a generare un figlio, doppiandone l’altra. Da dieci anni, da quando ho scritto Voglio la mamma, spiego che è un crimine far morire in un bimbo l’idea che abbia una madre, negargliela ideologicamente, perché è negare la verità. Lo stesso con il papà. E ho fondato il Popolo della Famiglia perché dopo aver scritto anche altri libri, come O capiamo o moriamo in cui tra le altre cose ho definito per primo i 5 comandamenti dell’ideologia gender (ideologia di cui i movimenti Lgbt negano persino l’esistenza), sono giunto alla conclusione che l’attacco alla famiglia naturale è un attacco alla famiglia tout court. Dietro allo slogan “tutto è famiglia” c’è un solo obiettivo: che niente più lo sia.
Il libro che la ricercatrice Angela Balzano da tre anni porta in tutta Italia grazie ai circoli delle famiglie arcobaleno, l’ultima presentazione c’è stata qualche settimana fa a Ferrara, lo dice esplicitamente fin dal titolo: Per farla finita con la famiglia. Sottotitolo: Dall’aborto alle parentele postumane. E che diavolo di roba è la “parentela postumana”? L’autrice ci fa la cortesia di spiegarlo subito in quarta di copertina: “Bisognerebbe generare parentele postumane e decoloniali con persone razzializzate, legami transgenere che superino la dicotomia maschio-femmina, ma anche parentele transpecie con gli animali non umani, con le piante”. Fine ultimo di questo delirio? Viene detto senza giri di parole: “Liberare l’Uomo dalla famiglia eterosessuale”.
In attesa di liberarmi da mamma, papà e figli fidanzandomi con il geranio del terrazzo dopo aver costruito una parentela post-umana con il criceto Kirby, non posso non chiedervi se davvero volete dar forza a queste boiate colossali magari votando domenica per il partito di Cecchi Paone o quello della Cirinnà o di Fratoianni. Ecco, sappiate che la vastissima area politico-culturale che negli altri Paesi dell’Europa occidentale ha varato leggi (lo ripeto: leggi) che vanno in quella direzione e mirano ad abbattere la famiglia naturale (o “eterosessuale” come dicono loro), ha numerosi sostenitori anche da noi, nel sistema mediatico e in interi partiti. Ho dedicato dieci anni della mia vita a fronteggiare esplicitamente l’ideologia della famiglia queer che da Michela Murgia a Roberto Saviano a Elly Schlein a Nichi Vendola (e come non citare il grillino Sibilia, primo teorizzatore in Parlamento del matrimonio “inter-specie” tra uomo e animale) teorizza come benefica la distruzione della attuale definizione costituzionale di famiglia. Sono felice al culmine di questo decennio di lotta di poter dire che l’Italia ha resistito a tutti loro e all’ideologia che dall’estero volevano imporre sul modello di altri Paesi europei.
Andrò a votare contento sabato 8 e domenica 9 per dire che noi siamo l’Italia dove il “matrimonio” gay non esiste, l’utero in affitto è reato, la famiglia resta quella società naturale definita dall’articolo 29 della Costituzione. E non mettiamo le donne in vetrina rendendole oggetti acquistabili con tanto di IVA come a Amburgo, in Carinzia o Amsterdam; non si può abortire alla quattordicesima settimana come a Parigi; non si può cambiare sesso su richiesta come a Madrid; non ci sono politiche governative contro la nascita di bambini down come a Copenhagen; non ammazziamo giovani autistici o depressi e persino minorenni con l’eutanasia pediatrica come a Bruxelles. E mentre sentivo il padre di Eluana Englaro esultare per la folle sentenza contro chi ha impedito che la figlia fosse uccisa, aggiungendo che grazie alla morte della ragazza “ora c’è una legge sul testamento biologico”, mi veniva da ricordargli che il 99.5% degli italiani il testamento biologico nonostante la legge non l’ha redatto. Perché gli italiani sono intelligenti e riconoscono subito chi vuole fotterli con leggi ideologiche importate dall’Europa più barbara.
Voi fate le vostre valutazioni ma sappiate che è dall’Europa che importiamo ideologie pericolose e folli, per questo astenersi è un regalo da non fare a quei partiti che con i loro elettorati di apparato sperano in un’affluenza bassa per aumentare come percentuale. Andate a votare per chi vi pare, ma avendo chiaro in testa che negli ultimi dieci anni siamo riusciti a difendere la libertà dell’Italia su questi temi, rifiutando le leggi dilagate in Europa contro la vita e contro la famiglia naturale. La pressione contro la libertà dell’Italia su questi temi diventerà asfissiante e per non finire fidanzati al geranio e imparentati con il criceto, cioè per non piombare nella follia dell’ideologia, l’arma del voto va usata. E usata bene.